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“I libri sono come la mente: funzionano solo se li apri”

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Immagine Come ogni anno, dal 1995, il 23 Aprile, si celebra la Giornata Mondiale del Libro e del diritto d’autore proclamata dall’UNESCO su proposta degli editori catalani.

Perchè il 23 aprile? Il 23 aprile è il giorno nel quale sono morti tre importanti scrittori e tutti nello stesso anno: il 1616. Miguel Cervantes, Garcilaso de la Vega e William Shakespeare e sempre in questo giorno, ma in epoche del tutto differenti, sono nati alcuni degli autori che hanno segnato la storia della letteratura mondiale: il francese Maurice Druon, il russo Vladimir Nabokov, il colombiano Manuel Mejía Vallejo e il Premio Nobel islandese Halldór Laxness,  autori ai quali è dedicata la Giornata Mondiale del Libro e “padrini” di ogni autore che abbia lasciato se stesso tra le pagine di un libro.
Al 23 aprile è legata anche una bellissima usanza catalana che sta cominciando a prendere piede in altri Paesi compreso il nostro. Il Giorno di San Giorgio infatti si usa regalare una rosa alla propria amata ricordando la leggenda di San Giorgio e il Drago, la quale ricambierà l’amato con il dono di un libro. Ed è così che per la Giornata Mondiale del Libro e per la festa delle Rose Barcellona si trasforma in una grande bancarella dove si vendono libri e rose e dove gli autori firmano le loro opere.

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FESTA DEL LIBRO – BARCELLONA

INTERVISTA IDEALE ….AD UN LIBRO

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 Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, quale  è il significato di questa manifestazione?  

E’  un evento patrocinato dall’Unesco per promuovere la lettura e la pubblicazione dei libri , ma soprattutto  protezione della proprietà intellettuale attraverso il l diritto d’autorre, così da incoraggiare a scoprire il piacere della lettura e valorizzare il contributo che gli autori forniscono al progresso sociale e culturale dell’umanità.  
 https://i0.wp.com/www.myofasciiteamacrophages.net/images/imagelecliv0085.gifQuando e come nasce la Giornata mondiale?  

-La prima edizione si è tenuta nel 1996 dopo  una risoluzione dell’Unesco (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura) del 1995. Da allora viene istituita ogni anno il 23 aprile con numerose manifestazioni in tutto il mondo. Con questa giornata l’Unesco vuole rendere omaggio al libro,   strumento di educazione e confronto. oltre a far riflettere sulla situazione degli autori e dell’editoria, evidenziandone prospettive (difficili) e problemi (tanti).  
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–  Sì, la ricorrenza, famosa  anche come Giornata del libro e delle rose, prese le mosse in Catalogna, dove lo scrittore ed editore Vincent Clavel Andrés (1888-1967) si fece per primo promotore dell’evento. Così il 6 febbraio 1926 re Alfonso XIII promulgò un decreto con cui veniva istituita in tutta la Spagna la Giornata del libro spagnolo. La data prescelta fu il 7 ottobre, ma dal 1931 è stata spostata al 23 aprile, quando si celebra anche la festa di San Giorgio, patrono della Catalogna.  

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Per quale motivo le rose vengono abbinate ai libri?

Perché la tradizione  (Qui un articolo esauriente) vuole che nel giorno di San Giorgio ogni uomo doni una rosa alla sua donna. Ed  ancora oggi i librai della Catalogna usano regalare una rosa per ogni libro venduto il 23 aprile. E a Barcellona la tradizionale passeggiata per le Ramblas, invase di banchetti pieni di libri e di rose,  è uno degli eventi più suggestivi dell’anno. 

Ma è  un avvenimento esclusivamente simbolico?  

– No, in quanto la Giornata mondiale rappresenta un’occasione per sottolineare l’importanza del libro nella  vita di ognuno. Un’opportunità, soprattutto in tempo di crisi, per ribadire che la promozione della lettura è un obiettivo concreto per la crescita economica e lo sviluppo della democrazia. Senza dimenticare che la protezione della proprietà intellettuale tramite il copyright è tema molto attuale per il continuo dilagare della pirateria. 

In quale città del mondo inizieranno i festeggiamenti dell’edizione 2014?

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Port Harcourt

 – Quest’anno le cerimonie si apiranno  dalla nigeriana Port Harcourt, nominata Capitale mondiale del libro 2014. 
Questa potrebbe essere l’occasione  per cercare di fare qualcosa in un Paese come il nostro dove si legge poco…  
In effetti oggi in Italia si terranno diversi eventi significativi (Qui notizie aggiornate)  per sensibilizzare il pubblico al piacere della lettura. A partire dal Maggio dei Libri, terza edizione della campagna nazionale promossa dal Centro per il libro e la lettura del ministero per i Beni e le Attività Culturali in collaborazione con l’Associazione Italiana Editori, nato con l’obiettivo di sottolineare il valore sociale della lettura come elemento chiave della crescita personale, culturale e civile. Il Maggio dei Libri parte il 23 aprile e culminerà con il salone del Libro (16-20 maggio). 

Per le strade ci sarà qualche manifestazione simile a quelle spagnole?

– In diverse piazze si terrà il «Flash book mob»: l’iniziativa, lanciata da alcune case editrici italiane, prevede il ritrovo di molte persone, ciascuno con il libro preferito in mano. Ad un segnale convenuto tutti inizieranno a leggere per tre minuti uno stralcio del proprio testo. 
Roma  per  le 18.30 di stasera al Maxxi. Ispirata agli stessi principi anche il selfieCi metto la faccia”, organizzato in collaborazione con Città Invisibili.

Ci sono altri eventi in qualche modo collegati con la Giornata mondiale?  

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                       UN TE’ ED UN BUON LIBRO

Oggi a Roma i libri si trasformano in «pagine viaggianti» all’interno delle stazioni della metro.Su modello delle grandi capitali mondiali, da New York a Parigi, da Londra a Berlino, la stazione della metro della linea A di Cipro e quella della linea B di Piramide si tramuteranno oggi in vere e proprie biblioteche mobili, ospitando l’iniziativa promossa dall’associazione Libra 2.0., col patrocinio della Regione Lazio e la collaborazione di Atac, l’associazione culturale che si propone l’obiettivo di fare della lettura un momento costante nella routine di tutti i giorni. Tutti i libri raccolti,  per categorie, saranno poi destinati a case famiglia e istituti penitenziari, affinché le Pagine Viaggianti possano allietare altri percorsi; perché  DA NORD A SUD I LIBRI DIVENTANO PROTAGONISTI come afferma Milagros del Corral, direttrice in carica all’UNESCO,Esistono libri su tutti i temi, per ogni pubblico ed ogni momento. Ma dobbiamo fare in modo che i libri siano disponibili per tutti, dappertutto”. (QUI altri suggerimenti)

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CERCASI CENERENTOLA…..UNA CREATIVITA TUTTA MUSICAL

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E’ inconsueto pensare alla fiaba di Cenerentola ed imbattersi in tali affermazioni: «Mi sento incaricato di trasmettere bellezza e bontà, in questo momento ho l’esigenza viscerale di parlare di amore e di favole»: con queste parole divertenti per l’inconfondibile accento toscano, Paolo Ruffini ci presenta lo spettacolo teatrale Cercasi Cenerentola, in cui  è  un principe decisamente azzurro ….un po’ sui generis. E gli stessi Saverio Marconi e Stefano D’Orazio, registi dello show, definiscono  la loro versione di Cenerentola «diversa dalla fiaba Disney».

Lo  spettacolo ha debuttato  ufficialmente al Teatro Brancaccio di Roma l’11 febbraio, ma  con  delle date di anteprima a Prato, Livorno, Brescia e Padova per poi proseguire con lo spettacolo nei teatri di molte cittàhttps://i0.wp.com/www.romaperbambini.it/public/wordpress/wp-content/uploads/2014/01/Cercasi-Cenerentola.jpg d’Italia. Cosa c’è di diverso in questa «commedia musicale» della Compagnia della Rancia? Marconi, uno dei registi ha precisato che “la fiaba è ovviamente quella conosciuta in tutto il mondo, ma con delle «particolarità»:   la storia è ambientata negli anni Cinquanta,  perché sono gli anni delle favole,  reali, secondo la prospettiva della nostra realtà contemporanea».

https://leggereper.files.wordpress.com/2014/04/38e52-dscf4502.jpgAi personaggi tradizionali è stato aggiunto Rodrigo, il Primo Ministro interpretato dalla star dei musical Manuel Frattini: nello spettacolo dovrà  mediare tra le direttive del re (non c’è) e il principe, che assume invece un ruolo da protagonista nella fiaba.

“Non esiste il Principe Azzurro… esistono le storie d’amore! – afferma  Saverio Marconi – E la nostra Cenerentola è una moderna Grace Kelly, che va al ballo per divertirsi, come vorrebbe fare ogni ragazza e tiene testa al Principe anche quando scatta il colpo di fulmine”. Per Stefano D’Orazio “Lo spettacolo naviga su due binari paralleli: uno per i bambini e tutti quelli che desiderano rivivere le emozioni della favola e dell’infanzia e uno per i grandi che possono confrontarsi con i paradossi della vita. Scrivere uno spettacolo con Saverio è stimolante oltre che tremendamente divertente: dalle idee in un istante prendono forma personaggi, numeri musicali e atmosfere per far trascorrere al pubblico due ore di serenità e tante risate”.

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                    IL CAST

La scarpetta, si sa, è di Cenerentola. E si sa pure che vissero felici e contenti. Ma mi sono chiesta  perché andare  a vedere uno spettacolo di cui si conosce la storia e il finale?

«Proprio perché sai già come va a finire. Le cose di maggior successo non hanno thriller. C’è bisogno di favole, di sogno, di cose belle. Siamo circondati da brutture e bruttezze, succedono tante cose tremende proprio perché c’è gente che ha sentito poche favole. A ricevere benessere poi si restituisce benessere, se ricevi brutture restituisci brutture» ribadisce in un’intervista  Paolo Ruffini, 35 anni, conduttore tv, attore e regista che ha il ruolo di Principe nel musical «Cercasi Cenerentola», prodotto dalla Compagnia della Rancia. Egli danza anche su  musiche originali di Stefano Cenci. Al suo fianco il Rodrigo di Manuel Frattini, Beatrice Baldaccini nel ruolo di Cenerentola,  Claudia Campolongo (Fata Clementina), Laura Di Mauro (la Matrigna), Silvia Di Stefano e Roberta Miolla (le sorellastre).

LO SPETTACOLO

ImmagineDimentichiamo la polverosa e lacrimevole favola dei fratelli Grimm, perché questa Cercasi Cenerentola  è un musical che infrange l’archetipo  della piccolla torturata dalle sorellastre e  trasporta   il pubblico in una vicenda tutta attuale o quasi, poiché   la tormentata parabola di riscatto sociale ed affettivo collocata dalla tradizione in un brumoso passato si colora ora degli smalti degli anni Cinquanta. Scenografie  ricche di pois,  frigoriferi bombati, luminosi jukebox entrano prepontemente  sulla scena bidimensionale ideata da Gabriele Moreschi, che – seguendo la regia di  Saverio Marconi e Stefano D’Orazio – riporta  nella storia gli echi di passati successi della Compagnia della Rancia come Happy Days o Hairspray.

ImmagineL’attualizzazione non prevede tuttavia una storia  che allontani dalla  vicenda,  muove sempre da un Principe – questa volta un po’ sregolato – tutto concentrato sulla sua imbarcazione (la “Maria Pia”), costretto a confrontarsi con l’etichetta di corte e con gli obblighi della corona, oltre alla necessità di prender moglie per governare alla meglio il popolo di Microbia.

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Sovrano di una regione collocata in un luogo imprecisato (tra il favoloso Danubio e il più probabile Grigio Arno), il giovane signore è supportato in questa non scontata impresa dal devoto Rodrigo, fedele  consigliere, pronto a organizzare  un concorso di bellezza (aperto al pubblico in sala!) per trovare la più bella del Reame. Ma poco servono le assai  divertite  ricerche tra le mature signore   in platea, perché – come vuole il racconto – la promessa sposa è già presente nella fiaba. Prigioniera in una cucina degna della famiglia Cunningham, c’è infatti la sfortunata ma per nulla abbattuta Cenerentola che, lasciatasi alle spalle i prototipi della povera  orfanella, lotterà in ogni modo contro le svitate sorellastre e la crudele matrigna per coronare il suo sogno d’amore.
ImmagineIN BUONA SOSTANZA QUESTA CENERENTOLA…SI METTE LA SCARPETTA DA SOLA !!!

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….A DIFFERENZA DELLA  Cenerentola che  ha perduto la sua scarpina di cristallo…e Christian Louboutin l’ha ritrovata !

VAI AL BLOG  IL MIO MONDO DELLA LETTURA

DOVE MOSTRO UN ALTRO SPAZIO  ALLA CREATIVITA’… CON CENERENTOLA E LA SCARPETTA 

PRIMAVERA, TEMPO DI MOSTRE D’ARTE….IL MUSEO D’ORSAY A ROMA

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ImmagineQuindici giorni fa a Roma tempo splendido temperatura primaverile tutto pronto per uno scenario magico: la  galleria parigina  del Museo d’Orsay presso  il Complesso del Vittoriano. La Mostra dal titolo  “Musée d’Orsay. Capolavori” ha portato  per la prima volta nella capitale italiana, una serie di opere straordinarie realizzate da artisti come  Monet, Degas, Van Gogh, Manet, Renoir, Gauguin, Sisley, Pissarro, Corot, Seurat. Un percorso che ha selezionato settanta tele secondo un percorso temporale che si estende dal 1848 al 1914.

ImmagineMa prima di iniziare questo viaggio nel tempo, la mostra propone il racconto della storia dell’ex-stazione sulle rive della Senna, proprio nel cuore di Parigi, che diventa un museo unico al mondo. Con una particolare attenzione al lavoro dell’architetto italiano Gae Aulenti che, nel 1986, ebbe un ruolo fondamentale nell’allestimento del Musée d’Orsay.

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Gae Aulenti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Entusiasmante per me  ricordare il legame del Musée d’Orsay con l’Italia che nasce con  Gae Aulenti, donna architetto e designer italiana,  che fra 1980 e 1986 ha restaurato la Gare d’Orsay, antica stazione ferroviaria, capolinea della compagnia della tratta Paris-Orléans, per allestirne all’interno la collezione d’arte impressionista più famosa al mondo. Infatti la prima sezione della Mostra ti affascina con disegni, progetti  e presentazione del meraviglioso palazzo delle esposizioni francesi sulla riva della Senna.

GAE AULENTI - PROGETTO MUSEO D'ORSAY

GAE AULENTI – PROGETTO- DISEGNI

PARIGI, LE NUOVE STAZIONI FERROVIARIE

A cavallo del 19 ° secolo, due grandi stazioni ferroviarie furono state costruite a Parigi, alla Gare de Lyon e alla Gare d’Orsay. La Gare d’Orsay ebbe il sito più importante, lungo la Senna di fronte al Louvre . La stazione ferroviaria progettata dalla Compagnie d’Orléans, che volle  portare i treni elettrificati proprio nel cuore di Parigi.

TUTTO SUL DESIGN

L’architetto primo nominato fu  Eugène Hénard . Egli aveva intenzione di utilizzare materiali industriali sulla facciata di fronte al Louvre. Ma di fronte a feroci proteste dei conservazionisti, la ‘Compagnie d’Orléans decise  di indire un concorso sotto la supervisione di una commissione parlamentare. Il vincitore del  concorso fu  Victor Laloux, che aveva progettato anche la stazione ferroviaria di Tours, in Francia.

Uno degli orologi giganti della Stazione

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Un orologio visto dall’interno

orsay orologio dall' interno

Il suo design fu acclamato per l’integrazione della volta in  metallo con l’ esterno in pietra. La sala misurava  140 metri di lnghezza, larghezza 40 metri e altezza  32 metri. L’intera struttura  era lunga 175 metri e  75 metri di larghezza. Un impressionante uso di 12 000 tonnellate di metallo  fu  utilizzato per la costruzione della Gare d’Orsay,   ben più che la quantità di metallo utilizzato per la Torre Eiffel .

  INTERESSANTE LA  STORIA DEL  MUSEO

 Alla   morte di Enrico IV , nel 1615 , la tenuta fu venduta in lotti: palazzi  furono  costruiti nel quartiere, mentre sulle rive del fiume, un porto chiamato Grenouillière, ospitò  zattere   galleggianti sulla Senna. Il Quai d’Orsay, iniziato nel 1708 dal Pont Royal, fu completato sotto l’Impero. La vocazione aristocratica del posto si impose   con la costruzione dell ‘Hotel de Salm (ora  Palazzo della Legione d’Onore) tra il 1782 e il 1788.

  orsay  palazziNel XIX secolo, il sito della futura stazione d’Orsay era occupata da due edifici: la caserma di cavalleria e il Palais d’Orsay, costruiti tra il 1810 e il 1838 da Jean-Charles Bonnard  e  Jacques Lacornée. Questo luogo dopo essere stato assegnato  al Ministero degli Affari Esteri, fu destinato  alla Corte dei conti e del Consiglio di Stato. Durante la Comune del 1871,  tutta l’ area  fu  bruciata e per 30 anni, i muri carbonizzati del Palais d’Orsay testimoniarono gli orrori della guerra civile.

 ….demolizione Palazzi della Corte dei Conti

Demolizione palazzi

Alla vigilia dell’Esposizione Universale del 1900, lo Stato cedette il terreno alla Società delle Ferrovie di Orléans, svantaggiate dalla posizione eccentrica della Gare d’Austerlitz, col progetto di costruire, al posto del Palazzo di Orsay, un capolinea più centrale. Nel 1897 la Società consultò  tre architetti: Lucien Magne, Emile Bénard e Victor Laloux. Il luogo aveva molti vincoli  essendo un  elegante quartiere, adiacente al Louvre e alla  Legione d’Onore, perciò furono imposti dei  concorrenti come per  una sfida: integrare la stazione in un contesto urbano elegante. Victor Laloux, che aveva appena completato il Municipio di Tours,  fu scelto  nel 1898.

 gare orsay costruzione

gare orsay paris

 

 

 

 

 

 

 

 

 

stazione orsay interno navata

Orsay ferrovia cantiere

 

 

 

 

 

 

 

 

La stazione e hotel, costruiti in due anni, furono  inaugurati in occasione dell’Esposizione Universale, 14 luglio 1900. La parte esterna da  Laloux  fu mascherata con strutture metalliche della stazione in  stile eclettico ed una  facciata in pietra. All’interno fu  imposto il  modernismo: rampe e ascensori per i bagagli, ascensori per passeggeri, sedici corsie nel seminterrato, servizi di accoglienza al piano terra, trazione elettrica. La grande sala di 32 m di altezza,  di 40 m di larghezza  e 138 m di lunghezza era  preceduta accanto al pontile, da un vestibolo e un portico aperto.

 Dal 1900 al 1939 la Gare d’Orsay ha svolto il ruolo di capo- linea sud-ovest della Francia. Orsay ha ricevuto, oltre ai viaggiatori, associazioni e sedute di partiti politici oltre che banchetti. Ma dal 1939, la stazione non serviva più le periferie, le sue banchine erano diventati troppo corte a causa della progressiva elettrificazione delle linee ferroviarie e dei treni più lunghi. 

Orsay ferrovia INTERNI

 

La gare d'Orsay - Paris - Ile de France , carte postale ancienne

La gare d’Orsay –

 

 

 

 

 

 

 

La trasformazione della stazione in un museo è stato il lavoro degli architetti di ACT-Architecture Group, Mr. Bardon, Colboc e Philippon. Le loro proposte di progetti selezionati tra  sei nel 1979, avrebbero dovuto  rispettare l’architettura di Victor Laloux,  reinterpretandola secondo una nuova vocazione. Era possibile evidenziare la grande navata, usandola  come  elemento principale e trasformando la zona in  ingresso principale.

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Progetto Aulenti

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Gae Aulenti al tavolo di lavoro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LE NOVITA’ DEL GRUPPO DI ARCHITETTI PER LA RISTRUTTURAZIONE

L’interno originario del Museo è stato progettato da un team di designer e architetti diretti da  Gae Aulenti. Italo Rota, Piero Castiglioni (consulente illuminazione), e Richard Peduzzi (per la presentazione dell’architettura), Gae Aulenti ha cercato di creare una presentazione unificata nell’ambito di una vasta gamma di volumi, compresa l’omogeneità dei materiali: rivestimento in pietra sul pavimento e sulle pareti. Questa situazione corrisponde al volume in eccesso della vecchia stazione. La segnaletica è stata progettata da B. e J. Widmer Monguzzi. Per quanto riguarda l’illuminazione, la luce viene utilizzata come illuminazione artificiale per permettere variazioni di intensità necessaria a seconda della diversità delle opere presentate.

Riapre al pubblico dopo due anni di lavori il Musée d’Orsay a Parigi

Riapre al pubblico dopo due anni di lavori il Musée d’Orsay a Parigi – ottobre 2011

Ma ora aprile 2014 …nessuna traccia di binari morti, nessuno orologio..l..’acqua, un po’ più in là, è quella del Tevere…siamo al Vittoriano, a un passo i Fori imperiali, eppure sembra di essere al d’Orsay con i  capolavori di quel museo che un tempo fu stazione ferroviaria nel cuore della ville lumiere che prendono vita nel più grande complesso di marmo botticino fino a oggi mai realizzato.

Musée d’Orsay. Capolavori” è il titolo della   mostra che   offre un’antologia di un ricco  periodo artistico,  curata da  Guy Cogeval, presidente del museo parigino e da Xavier Rey, direttore delle collezioni e conservatore del dipartimento di pittura dell’Orsay.

L’ Esposizione , attraverso un percorso che parte dalla pittura accademica dei Salon, passando per l’evoluzione impressionista fino alle novità dei Nabis e dei Simbolisti, offre opere databili dal 1848 al 1914, per narrare l’origine dell’avanguardia dai corposi colpi di colore di Monet fino alle sottili e colorate linee di Gaugin e al Simbolismo.

Al Vittoriano ho ammirato la poliedricità del museo francese, nato per raccogliere questo particolare  periodo artistico  non compreso nei musei del Louvre e nel Centre Pompidou, in cui il momento di maggior evoluzione artistica francese scoppiò in una splendida mescolanza di colori, sensazioni, idee ed arte.  Ed è  da rimarcare una curiosità: allo scrittore Paul Valery non piacevano i musei, li trovava uno  «strano disordine organizzato»  ed  «un capitale eccessivo e dunque inutilizzabile». Ma era il 1923 e lo scrittore  non poteva  immaginare come si sarebbero evoluti proprio i Musei  moderni, né come avrebbero gestito quel «capitale eccessivo». Il Museo d’Orsay, uno dei più frequentati al mondo ( tre milioni, 600 mila di visitatori l’anno), ha cercato di  equilibrare la situazione trasformando l’enorme collezione, impossibile da esporre tutta nella famosa sede di Rue de la Légion d’Honneur a Parigi, in una serie di mostre che fanno da tempo il giro del mondo. Infatti in Italia e negli ultimi mesi si è avuta la mostra veneziana dedicata a Eduard Manet e  quella torinese, riservata a Renoir. E qui a Roma l’ originalità è quella di collocare se stesso, giovane Museo inaugurato solo nel 1986, come oggetto da raccontare divenendo un caso intitolato proprio «Musée d’Orsay – Capolavori». 

Tra i «capolavori» ecco “Berthe Morisot con un mazzo di violette” di Manet, un simpatico collage-logo !!!

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le “Ragazze al pianoforte” di Renoir

Giovani al Piano - Renoir

Giovani al Piano – Renoir

o “L’italiana” di Van Gogh.

Van Gogh - L'italiana

Van Gogh – L’italiana

Piuttosto l’Orsay ha scelto di proporre un gruppo di opere che abbracciassero l’intero percorso artistico del Museo parigino: la prima  Sezione è incentrata sull’arte dei Salon, nucelo originario della collezione, posta a confronto con l’allora emergente arte realista al tempo disprezzata. Ed il rinnovamento  della pittura accademica  è in artisti come Cabane 

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Cabanel – Tamara

Bouguereau,

Bouguereau, Giovinezza e Amore

Bouguereau, Giovinezza e Amore

 Jean-Jacques Henner

Jean-Jacques Henner,La casta Susanna,© RMN-Grand Palais (Musée d'Orsay) / Hervé Lewandowski

Jean-Jacques Henner,La casta Susanna

autori di grande successo tra il 1860 ed il 1870 che operano in parallelo all’affermarsi della pittura realista

…poi irrompe sulla scena Courbet, con il suo realismo giudicato scandaloso, punto di rottura con la pittura romantica,  con  toni di maggior realismo 

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Courbet, Donna nuda con cane

Ormai è in corso un  nuovo momento  espressivo come ho potuto constatare nella seconda sezione Il paesaggio e la vita rurale: dal classicismo all’impressionismo”. Ecco un idilliaco Corot che intride  la sua tela delle particolari magie della luce italica   ed apre la strada agli impressionisti.

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Corot, Danza delle ninfe

E Jean-François Millet, uno dei migliori esponenti della Scuola di Barbizon, -1- dipinge il realismo nel paesaggio, pur se in modo  contemplativo nella sua “Pastorella con il suo gregge”.

Millet, Pastorella con il suo gregge

Millet, Pastorella con il suo gregge

Ma ormai siamo al “plein air”, la luce che si sfalda con Monet

Monet, Barche

Monet, Barche

una splendida opera che in modo naturale ma suggestivo ti fa quasi  sentire lo sciacquìo delle onde e il vento che gonfia le vele… 

Ora “Rappresentare la propria epoca: la vita contemporanea”  ha il significato di  recepire il messaggio di una società in tumultuosa evoluzione, con gli spazi urbani che si allargano, la rivoluzione industriale e il formarsi delle classi. Il popolo, il proletariato, diventa soggetto di pittura (siamo alle teorie socialiste di Proudhon e agli scritti di Zola), come in “Gli scaricatori di carbone”, di Claude Monet,

Monet, Scaricatori di carbone

Monet, Scaricatori di carbone

o “Il giorno di visita all’ospedale”, di Henry Geoffrey

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Henry Geoffrey, Il giorno di visita all’ospedale.

ecco la poesia degli umili con La lezione di catechismo , di Jules-Alexis Muenier, di gusto rurale.

Meunier, Lezione di catechismo

Meunier, Lezione di catechismo

…bene in evidenza   il trascorrere quotidiano con i suoi attimi incantati,   un pastello per la sua calda densità cromatica

Renoir, Ragazze al piano

Renoir, Ragazze al piano

…  la vita colta nell’attimo nella  fresca sinuosità

Degas, Ballerine che salgono una scala

Degas, Ballerine che salgono una scala

… il gesto in divenire

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Degas, Orchestra dell’Operà

…e  Cezanne

Cezanne, Cortile di fattoria

Cezanne, Cortile di fattoria

 Pissarro …

Pissarro, Alle Tour Jongleur

Pissarro, Alle Tour Jongleur

con modi diversi di narrare le cose e la luce che bagna le cose.

 

… un excursus…. attraverso il  Simbolismo  di Vuillard e seguaci

Edouard_Vuillard_a letto

Edouard Vuillard, A letto

e  alle anticipazioni delle avanguardie del Novecento

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Georges Seurat, Circo

Georges Seurat, Circo

…“Les Andelys” di Paul Signac

Paul Signac, Les Andelys ; l'argine

Paul Signac, Les Andelys ; l’argine

 ...le rarefatte “Isole d’oro” di Henri-Edmond Cross.

Henri-Edmond Cross,Le Isole d'Oro,© RMN-Grand Palais (Musée d'Orsay) / DR

Henri-Edmond Cross,Le Isole d’Oro

…il primitivismo de “Il pasto” di Paul Gauguin,

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Paul Gauguin, Il pasto

……..senza parole

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Claude Monet, Vétheuil, soleil couchant, tramonto

DETTAGLI...

DETTAGLI……

…e fra le opere  il dolce sapore della Belle Epoque…

Dal settimanale Panorama una interessante postilla:”….una melodrammatica Tamara di Alexandre Cabanel se la deve vedere  con una vera femmina di Gustave Courbet. E un elegiaco, tardo Camille Corot riverberarsi nelle nevi di Alfred Sisley e irrobustirsi nelle campagne di Pissarro, Frédéric Bazille e Paul Cézanne. Accanto agli stati d’animo di eccelsi simbolisti come Edouard Vouillard, Maurice Denis, Pierre Bonnard, Paul Sérusier, Odilon Redon, c’è Paul Gauguin, vano, estatico cercatore di Eden perduti. E poi Vincent Van Gogh e Pierre-Auguste Renoir con la questione di fondo: prevale il disagio o la felicità di essere al mondo?”

Mentre Lettera99   ribadisce:”…una mostra che vale la pena visitare se si è appassionati del libro nascosto in fondo agli scaffali e non del “best seller”, fatta anche di grandi nomi  ma non di opere altisonanti, tornando a ripetere che in fondo la parte migliore della mostra la regalano i gregari, cosiddetti artisti minori presenti con opere di grande risalto e dalla bellezza segreta. 

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una mostra che vale la pena visitare se si è appassionati del libro nascosto in fondo agli scaffali e non del “best seller”, fatta anche di grandi nomi  ma non di opere altisonanti, tornando a ripetere che in fondo la parte migliore della mostra la regalano i gregari, cosiddetti artisti minori presenti con opere di grande risalto e dalla bellezza segreta. – See more at: http://www.pagina99.it/blog/4884/-Pochi–Capolavori-del-Musee.html#sthash.asAog84I.dpuf

-1-  Con il termine Scuola di Barbizon o Barbisonniers si identifica un gruppo di pittori e una Corrente Paesaggista del Realismo collegata alla località di Barbizon.  Barbizon è un piccolo paese a sud di Parigi ai margini della foresta di Fontainebleau dove si riunivano alcuni pittori, diversi per temperamento e stile, animati però dalla stessa voglia di riscoprire la purezza della natura, immergendosi in essa, vivendo in uno dei luoghi più incontaminati, lontano dalla città.  A Barbizon gli artisti sperimentarono il concetto di “studio dal vero“, espressione del sentimento per la natura, legato al movimento Romantico negli anni intorno al 1830.
 

© #DonneInArte

di Alessandra Coscino

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