Of events her life was singularly barren: few changes and no great crisis ever broke the smooth current of its course. […] I have therefore scarcely any materials for a detailed life of my aunt; but I have a distinct recollection of her person and character; and perhaps many may take an interest in a delineation […] of that prolific mind whence sprung the Dashwoods and Bennets, the Bertrams and Woodhouses, the Thorpes and Musgroves, who have been admitted as familiar guests to the firesides of so many families, and are known there as individually and intimately as if they were living neighbours.

[La sua vita fu singolarmente povera di eventi. Il suo quieto corso non fu interrotto che da pochi cambiamenti e da nessuna grande crisi. Dispongo perciò di scarsissimo materiale per un resoconto dettagliato della vita di mia zia; ma ho un ricordo chiaro della sua persona e del suo carattere; e forse in molti potranno essere interessati ad una descrizione di quella fertile immaginazione da cui sono nati i Dashwood e i Bennet, i Bertram e i Woodhouse, i Thorpe e i Musgrove, che sono stati invitati come cari amici presso il focolare di numerose famiglie, e sono da loro conosciuti intimamente, come se fossero davvero dei vicini di casa.]

Un primo aspetto da sottolineare è quello della socialità. Austen visse in un’epoca e in uno strato sociale in cui, in mancanza di altri intrattenimenti, la conversazione, gli incontri, le passeggiate in compagnia, le visite agli amici e ai vicini di casa erano la parte più importante della vita quotidiana. Gli spostamenti da una parte all’altra delle città o delle campagne avvenivano naturalmente in carrozza (possederne una di famiglia, o addirittura una individuale, era appannaggio delle classi più abbienti), e gli eventi più clamorosi e più attesi erano i balli. Durante i balli, che potremmo dire sono i grandi protagonisti sociali della letteratura di Jane Austen, si stringevano nuove amicizie, ci si divertiva fino a tarda notte, e soprattutto le giovani donne avevano la possibilità di trovare un marito. In una società dove la libertà femminile era limitata al punto che a una donna non era consentito camminare da sola in città o scrivere una lettera ad un uomo che non fosse un parente o il fidanzato, i balli costituivano una straordinaria opportunità per farsi conoscere e, alla lunga, per accasarsi. E il matrimonio era l’unica via di fuga per una donna del ceto medio-alto, la quale non poteva lavorare e guadagnarsi da vivere da sola, solo raramente poteva possedere proprietà, e aveva sempre bisogno della protezione maschile per mantenere la propria buona reputazione. La scelta di Jane Austen di “vivere della propria penna” rifiutando il matrimonio e quindi il naturale destino delle donne della sua epoca diede adito a forti difficoltà: furono i suoi fratelli, soprattutto Edward, a dover sempre provvedere per il mantenimento suo, della sorella Cassandra (anche lei mai sposata a seguito della morte del fidanzato) e della madre vedova. Edward e Frank Austen dovettero procurare loro una casa dopo la morte del padre e assicurare la loro sopravvivenza; e il fratello Henry si incaricò di trattare con gli editori la pubblicazione delle opehttps://www.jasit.it/conoscere-jane-austen/re di Jane, perché a lei non era consentito farlo personalmente.